sabato 10 settembre 2016

Il Filo di Arianna


Il Filo di Arianna, contè sanguigna e bianca su carta da spolvero, 98 x 70, 2016.





La figura di Arianna è emblematica dell’archetipo del Femminile che dà la vita in virtù del quale l’Uomo (in questo caso Teseo) può sconfiggere la paura dell’oblio: è nella simbologia della rosa che tutto questo si compie, poiché essa rappresenta l’eternità nella disposizione a spirale dei petali, i quali, innestati sui sepali dalla forma di stella a cinque punte, rimandano al percorso dell’anima che, grazie alle stelle che nella Notte indicano all’Uomo desiderante la via per non perdersi, riesce ad elevarsi in virtù della Passione che riconduce al Trascendente nel luogo della Memoria a cui appartiene, da cui viene. La rosa è retta dalla sinistra di Arianna, la mano che regge lo scudo e che protegge il cuore, la mano dei sentimenti e della sovrarazionalità che va oltre alla razionalità e può intuire il Mistero e la vera Bellezza. La storia di Arianna stessa è fissata nella costellazione della Corona Boreale, secondo il mito lanciata nel firmamento da Dioniso, dio dell’ebbrezza che, facendo cadere le maschere, permette il contatto con la veritas, e non è un caso che la disposizione a spirale (forma non-chiusa dell’infinito e percorso dello spirito) porti ai sepali: il cinque è l’armonia tra i quattro elementi del mondo sensibile (aria, acqua, terra e fuoco) e il quinto elemento spirituale. Infine, il ciondolo quadrato diventa, in quanto portato dal Femminile, emblema del motivo della vera fortezza dell’umanità che risiede nel coraggio del cuore e nella capacità di generare Vita e Bellezza.

mercoledì 30 marzo 2016

Nascita di Venere


Nascita di Venere, 2015, carrè sanguigna e bianca su carta da spolvero, 200 x 150 cm.

La storia della nascita di Venere inizia quando Kronos, divinità del tempo, recide gli attributi del padre Urano, divinità del cielo e “delle idee”, il quale non permetteva ai figli che generava con Gea, la terra, di far parte del mondo. Togliendo il dominio ad Urano, Kronos permette che questi figli possano entrare a far parte finalmente dello spazio e del tempo, liberandoli dall’essere solo trascendenza e completandoli con la parte “reale” fisica. Dalla schiuma causata dalla caduta degli attributi di Urano nel mar Mediterraneo, sulle coste dell’Africa nasce Afrodite, Venere, dea della Bellezza Radiante –Bellezza che concilia la bellezza dello Spirito con la bellezza esteriore e che irradia rendendo migliore chi le sta intorno-, che come gli altri dèi si manifesta nel mondo. Bellezza che quindi viene sia da Urano che da Kronos, che ha in sé caratteristiche sia trascendenti che immanenti.
La clessidra è il simbolo del Tempo che inizia a scorrere, e sopra vi è una “bussola”, una rosa dei venti che indica le direzioni e perciò lo Spazio nel quale il tempo scorre. Di più: Venere è la stella del mattino, la stella che i marinai seguivano per non perdersi, perciò la stella della Bellezza in senso vero da seguire per l’Uomo per vivere nel miglior modo.
La conchiglia, il pecten è invece, come si scriveva all’inizio, simbolo dell’acqua che è vita e cambiamento, e del pellegrino che è colui che viaggia nel percorso della vita, che dovrebbe cercare questa Bellezza che può cambiarlo e renderlo Vero e Vivo.
I bracciali sul braccio destro, il quale è simbolo della razionalità, indicano che questa è legata e non può essere sufficiente da sola a comprendere la Bellezza, ma ha bisogno della Passione, dell'irrazionalità, della follia del credere a qualcosa che c'è, che si sente, ma non si vede, e quindi della mano sinistra che regge (e perciò è direttamente a contatto) un rametto di mirto: è il rametto della pianta dietro alla quale Afrodite-Venere si nasconde dopo essere nata, che diventa quindi sacro a lei e porta i significati di Bellezza e di Femminile.

L'acqua del cambiamento


L'acqua del cambiamento, 2015, carrè sanguigna e bianca su carta da spolvero, 262 x 150 cm.
L’uomo che era a terra, distrutto, spiazzato e senza speranza, senza sapere cosa de-siderare né direzione verso cui andare, si trova di fronte alla Bellezza, qui impersonata simbolicamente dal Femminile che genera Vita: questo permette a lui di rialzare la testa e con essa il suo essere, il potere della Bellezza che si rivela è quello dell’acqua contenuta nell’otre, l’acqua che è Vita, potenzialità, e dalla quale secondo il mito è nata Venere, l’acqua che nel suo scorrere è percorso e cambiamento. La Bellezza permette quindi alla Vita di tornare a scorrere.



martedì 29 marzo 2016

Cristo che rialza la Maddalena


Cristo che rialza la Maddalena, marzo-aprile 2015, carrè sanguigna e bianca su carta da spolvero, 300x150 cm.

La Maddalena, riconoscibile dall’ampolla che contiene l’olio profumato che ha usato per i piedi del Cristo, viene rialzata da Gesù stesso; egli si inginocchia, in una visione ribaltata rispetto al loro primo incontro (dove era lei che si prostrava dinanzi a Lui), scendendo dal piano divino per andare incontro a lei e quindi all'uomo per illuminarlo e renderlo migliore, apparentemente ribaltando le gerarchie come nella lavanda dei piedi, quando in realtà è solo il movimento di risalita che compie il principio verticale dopo essere disceso in quello orizzontale.
È con la mano sinistra, che simbolicamente rappresenta la Passione e l’Amore, che il Cristo sceglie di rialzare chi è caduto; ed è proprio in funzione dell’abbandono a questo Amore, e al Mistero di Dio, che la sinistra della Maddalena si congiunge a quella del Cristo.
La destra della Maddalena inoltre ha un braccialetto, retaggio della mitologia greca, a indicare che la sola razionalità è “legata” e non può toccare - e quindi intuire - il Mistero.